Qualche settimana fa, “girava” in rete sui vari network una notizia dal titolo: “Quel curriculum scritto a mano che commuove il web”, si trattava veramente di un foglio di carta in cui un’ultra cinquantenne residente nel vicentino, aveva scritto a mano e consegnato presso un’azienda del posto; a scriverlo un ex alpino di nome Umberto, a cui la crisi ha fatto perdere il posto di lavoro, lavoro, che tuttavia, manca a milioni di persone che in questi ultimi anni sono stati pressoché “lasciati andare” da chi si era eletto come paladino dei lavoratori, ma che poi in realtà, si è scoperto proprietario di agenzie interinali, non solo, se poi ci mettiamo anche i governi di “sinistra” che hanno portato il nostro Paese al punto in cui si trova, allora il quadro della situazione è chiaro (ma non per tutti).
E’ vero, il curriculum scritto a mano ha commosso il popolo di Internet, lo stesso giovane amministratore (Raffaele Trevisi), dell’azienda dove Umberto ha portato la sua richiesta di lavoro, si è sentito in dovere di fare qualcosa, interessandosi personalmente del caso, in primis parlando direttamente con Umberto, e poi preparandogli alcune copie del curriculum in modo corretto, in maniera tale che siano accettati dalle agenzie del lavoro.
Ad Umberto sembra che, manchino pochi mesi per arrivare ad una oramai, “fantomatica” pensione, e trovarsi senza lavoro ad una certa età, non è la cosa migliore per per chi ha lavorato una vita, questo ovviamente è risaputo, ma chi di dovere se ne è infischiato altamente, e per dimostralo si è solo preoccupato di aumentare l’età pensionabile, senza pensare a quello che sarebbe successo (disoccupazione a non finire).
Le aziende continuano a chiudere, scioperare, ma sembra che quest’ultimo dato non preoccupi più di tanto, infatti, da qualche anno, anche i disoccupati sono “spariti” totalmente dalle notizie nazionali, mentre si continuano a proclamare “riprese miracolose”, che ovviamente interessano solo chi le dice, mentre anche alcune banche cominciano a “tradire” i propri risparmiatori, e questo è un segno veramente inquietante che dovrebbe far riflettere molto.
Umberto, è “figlio” di una crisi senza motivo, creata in gran parte per tornaconto personali, da chi si era “visto togliere il caviale a tavola tutti i giorni, mentre l’operaio si stava permettendo il pollo a tavola tutte le Domeniche”; è l’Europa che vuole così, già, questa Europa che torna comoda quando più conviene, fatta da quegli stessi personaggi che hanno totalmente “tradito il concetto Europa”.
E’ vero, il curriculum di Uberto ha commosso il web, ma non ha fatto vergognare chi ogni giorno si sente in dovere di truffare il prossimo, ed a volte, viene anche premiato; la crisi che ancora “stringere forte” il nostro Paese, ha fatto danni che alcuni hanno paragonato a quelli che vengono lasciati durante una guerra (non ricordo che lo disse), la situazione non è cambiata, è rimasta uguale da quando è iniziata, si è solo trovato il modo di “nasconderla” facendo credere che tutto è a posto.
La realtà, è fortemente diversa, in buona sostanza, chi la crisi l’ha vista passare stando a “guardare dalla finestra”, non si tanto preoccupato di quello che succedeva, perché aveva, ed ha tuttora, lo stipendio assicurato, preciso e puntuale, chi aveva il dovere di “equilibrare” le cose, non lo ha fatto, ha solo scelto una parte dei lavoratori, ed io mi chiedo se ha scelto la parte giusta!
“Quel curriculum scritto a mano che commuove Facebook” questo è il titolo esatto, si è vero, molti lo hanno condiviso, ma purtroppo quelli che si dovrebbero vergognare di questa situazione, hanno smesso di farlo, hanno smesso di vergognarsi, ma non di “fare altro”.
Se volete commentare (e mi auguro lo facciate), o, correggere quanto scritto, oppure se qualcuno ha altri particolari su questo caso del curriculum scritto a mano da Umberto, e volete aggiungere altro a seguito del post, vi invito a lasciare un messaggio. Grazie.
Il video da solo un’idea di come stanno le cose in fatto di crisi
ca… se la crisi c’è, l’hanno fatta sparire loro in complicità con i sindacati e industriali.