Che l’ amministrazione comunale di Mira non faccia da ufficio di collocamento questo lo sapevo già…
Comincia così una lettera che mi ha inviato un nostro lettore Clemente (nome di fantasia), che abita in periferia di Mira, un comune in provincia di Venezia lungo la bellissima Riviera del Brenta e con alle prese una situazione economica molto delicata per via della crisi che sta attanagliando il nostro paese.
Clemente continua nella sua lettera “io sono disoccupato da circa 5 anni e le mie figlie da quando sono in età lavorativa (non hanno mai trovato un lavoro stabile, “lavorano qualche mese all’anno), nel mio nucleo famigliare siamo in 6, e lavora solo mia moglie che fa le pulizie in ospedale come socia (i famosi soci) di una cooperativa 4/5 ore al giorno, 600 euro al mese (quando va bene) poi c’è mia suocera che percepisse una pensione minima. Qualche settimana fa ho scritto una e-mail al “mio” Sindaco per chiedere un’ incontro presso il suo ufficio, e dopo una settimana ricevo una risposta: “Gentile Signor “Clemente, mi spiace veramente per la grave situazione della sua famiglia. In questo momento è estremamente difficile che al Comune vengano segnalate opportunità di lavoro o arrivino richieste di nominativi per assunzioni. Credo che la cosa più utile per lei, adesso, sia di parlare della sua situazione con l’assessore alle Politiche Sociali…, per vedere se comunque ci sono possibilità di aiuto alla sua famiglia. Per un appuntamento può telefonare allo 041…, dalle 12 alle 14 tutti i giorni da lunedì a venerdì. Un cordiale saluto da….” Da queste poche righe, capisco che si sta realizzando il solito “scarica barile” ma decido ugualmente di prendere un’ appuntamento con l’ assessore alle politiche sociali, alla quale spiego che non ho immediato bisogno di aiuto, “la pasta bene o male, una volta al giorno riusciamo a mangiarla” ovviamente privandoci di altre necessità” e poi se penso a chi sta peggio di me, certamente non mi passa neanche per l’ anticamera del cervello chiedere soldi ai servizi sociali.
La nostra era solo la necessità di conferire con il Sindaco per cercare di capire quanti anni ancora dovremmo stare disoccupati (anche se il Sindaco non è un consulente del lavoro) al colloquio con l’assessore evidentemente si parlavano 2 lingue diverse, e non siamo riusciti a “capirci”, così la Dottoressa mi prega di rivolgermi ai Servizi Sociali (anche se poco prima gli ho spiegato che non siamo con “la corda al collo”) comunque, ringraziamo, salutiamo e torniamo a casa.
Non telefonerò più ai servizi sociali, farei perdere tempo solo agli addetti (e poi non saprei che richieste potrei fare); un paio di anni fa, scrissi la stessa e-mail al precedente Sindaco Miche Carpinetti (che non avevo neanche votato) allora dopo 3 giorni fummo ricevuti nel suo ufficio, anche se il colloquio si concluse con un nulla di fatto.
Per noi resta l’ amarezza non tanto per il mancato colloqui con l’ attuale Sindaco, ma per questo stato di disoccupazione che per noi, e tutti quelli che si trovano nella nostra situazione ormai sta diventando insostenibile.
Vi invito a scrivere le vostre opinioni su questo caso. Grazie.
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