Tranquilli questo menu non esiste, non è neanche come qualcuno potrebbe pensate un piatto “cinese”, escluso anche un nuovo film di Ratatouille diciamo che il titolo è un po’ forzato e ironico, ma purtroppo in parte corrisponde a realtà. La notizia è di qualche giorno fa, ed è stata riportata dai quotidiani locali del Veneto, il fatto realmente accaduto risale a l’ anno scorso ma solo ora è venuto alla ribalta per via del processo, anche perché la ragazza a cui è capitata “l’ amara sorpresa” è finita in ospedale per un malore e di conseguenza ha sporto denuncia.
Topo e patatine dicevamo, ma cosa è successo realmente? Nel Maggio del 2012, una ragazza di Spinea in provincia di Venezia si reca in un supermercato per fare una normale spesa, e insieme al resto compra anche un comune sacchetto di patatine fritte (quelle che vanno bene per ogni occasione) le porta a casa e comincia a “sgranocchiarle” insieme al fidanzato, tutto fila liscio fino a quando le patatine sono quasi terminate (una tira l’altra), la ragazza per prendere gli ultimi pezzettini rimasti nel sacchetto infila la mano fino in fondo alla busta, e a quel punto sente qualcosa di soffice quando però tira su, si ritrova in mano un topolino (topo) di circa cinque (5) centimetri, ha un mancamento e il fidanzato la deve portare nel vicino ospedale di Mirano, e quel punto scatta la denuncia contro l’ azienda produttrice delle patatine fritte che risulta avere l’ opificio a Galliera Veneta.
nel frattempo i NAS effettuano un controllo per capire come era potuto succede che un topo finisse nel sacchetto confezionato di patatine, ma soprattutto se era vivo quando è stato confezionato il sacchetto, fortunatamente (si fa per dire) il topolino è finito “fritto” insieme alle patate e questo lo ha reso inoffensivo per quanto riguarda la salute dei due (2) ragazzi.
A seguito della querela fatta dai due sfortunati “commensali” l’ azienda produttrice delle patatine (nella persona dell’ amministrazione delegato, e il responsabile alla qualità) è stata condannata a pagare una “multa” in denaro.
Mi permetto di fare una considerazione a proposito di questi strani e spiacevoli (ma fortunatamente rari) avvenimenti, (soprattutto nelle aziende che producono generi alimentari confezionati), e destinati al consumo umano, dovrebbe essere d’ obbligo un macchinario che è in grado di rilevare, e di scartare eventuali confezioni di alimenti che contengono “corpi estranei” a quello per qui è stata tarata (se regolata per rilevare patatine rileva solo patatine, altrimenti se nella confezione viene percepito altro, di conseguenza viene deviata ad un controllo visivo/manuale).
il macchinario in questione esiste da molti anni, ed ha un costo “discreto”, le grandi aziende ne sono dotate, e permette ai consumatori di stare tranquilli, e alle società di acquisire prestigio e mercato.
Non oso domandarvi se avete avuto qualche “esperienza” simile. Lasciate un messaggio. Grazie.
Prprio una bella sorpresa, io sarei svenuta!
Buono anche il topo, credo che in alcuni Paesi li mangino!