Non è la prima volta che succede di un qualche gruppo politico di “minoranza” (quelli della maggioranza si guardano bene di non farlo) proponga l’ abolizione di alcuni privilegi ai parlamentari, la richiesta in certo senso sarebbe più che giusta soprattutto in questi ultimi anni dove la crisi economica voluta di chissà chi, sta “mietendo vittime” lasciando senza lavoro e sostentamento milioni di famiglie obbligando le stesse a vivere in povertà.
Ora, quello che più mi mette in condizioni angosciose è il fatto che sia da destra sia da sinistra arrivano sempre i soliti non meglio precisati proclami che assicurano le persone in difficoltà e i disoccupati che tutto sarà “risolto” in maniera rapida ed efficace, e che tutti saremo messi in condizione di vivere una vita dignitosa, me questi proclami sembrano avere un’ effetto contrario con fabbriche sempre più in crisi che sono costrette a chiudere e licenziare personale.
Questo ovviamente lo sento dire in tutti i mezzi di comunicazione dal governo di turno, peccato che lo sento da diversi anni, è come se ci fosse un nastro con una registrazione sonora sempre uguale, in poche parole “cambiano i maestri ma la musica è sempre quella!”. Scusate il “fuori tema” ma non riesco mai a trattenermi.
Torniamo all’idea di abolire i privilegi ai parlamentari: è tutto sbagliato, nel senso che chi si fa avanti con una proposta del genere sembra sia più che consapevole che sarà “bocciata” ma evidentemente lo fa sapendo questo; tuttavia risulta essere un’ iniziativa che fa molto “effetto” soprattutto sull’elettorato, e in termini economici non costa nulla a chi la propone!
Quest’ultima proposta in termini di tempo è stata fatta qualche anno fa dal Partito “Italia dei Valori” dove L’onorevole Antonio Borghesi ha voluto leggere in aula la proposta per togliere ai parlamentari il privilegio di andare in pensione solo dopo 5 anni di legislatura “non possiamo obbligare le persone a lavorare 40 anni e più, sapendo che c’è questa disparità sociale ha un costo molto elevato per lo stato e considerando anche il momento non proprio felice propongo di abolire tale privilegio”. Come potete immaginare il risultato della votazione su questa votazione è stato pressoché unanime con risultato ovviamente negativo!
Questo genere di notizie molto “furbamente” non hanno “cassa di risonanza”, in un certo senso vengono subito nascoste per non farlo sapere in giro, e soprattutto a troppi. Io stesso ho rinvenuto il video per caso su Facebook, e comunque dopo molti mesi che questa votazione era stata fatta.
Ora torniamo ancora al “nocciolo della questione”, converrete con me che una proposta del genere anche se si presentasse una volta al giorno al parlamento verrebbe sempre bocciata, il fatto come detto sul titolo del post, è che la stessa proposta viene in un certo senso pensata e scritta al contrario di come dovrebbe essere, forse sarebbe il caso di proporre di mantenere i privilegi, ma lasciare alle persone che lavorano (lavorano veramente) di accedere alla pensione dopo 30 anni di contributi e senza penalizzazioni, questo sarebbe un vero atto di Democrazia.
Se qualcuno ha qualche idea a proposito la scriva, oppure se nell’ ipotesi più remota qualche Parlamentare legge questo post potrebbe prendere in considerazione “ l’idea”. Termino sperando che qualcuno non mi venga a dire che andare in pensione con 30 anni di contributi metterebbe in difficoltà l’ INPS, perché ci sono persone che percepiscono in un mese la pensione di 20 operai.
Se volete commentare quanto scritto siete liberi di farlo. Grazie.
Col cavolo che se li aboliscono i loro privilegi, i nostri li hanno già spazzati via in 3 giorni costringendoci a lavorare per loro oltre 50 anni, e il tutto è stato appogiato dai furbetti dei sindacati che credo ormai siano diventati compari di una grande torta!