E’ fatta, finalmente una recente sentenza pone fine a quello che era un “tira e molla” tra cittadini e amministrazioni comunali di tutta Italia sull’annoso problema del parcheggio nelle aree di sosta con le famigerate strisce blu con le auto che avevano il ticket scaduto.
Quella che prima era una multa di decine di euro per chi aveva parcheggiato sulle strisce blu e per vari motivi non aveva il tagliando aggiornato diventa d’ ora in poi una semplice cifra “irrisoria”, in pratica si pagherà solo la differenza per i minuti/ore per l’automobile è stata ferma nel settore a pagamento contrassegnato con le linee blu (faccio un’ esempio che io stesso riesco a capire: se sostare nel vostro comune nello spazio a pagamento con le strisce blu costa un’euro all’ora, dovrebbe essere logico che in caso di ritardo di mezzora dovrete corrispondere all’eventuale ausiliario al traffico la cifra di 50 centesimi e aumentando in caso di durata maggiore della sosta.
Credo sia cosi!). facciamo un passo indietro perché voglio fare una mia riflessione di come sono “nati” i parcheggi a pagamento in Italia: le “strisce blu” sono il frutto di quelle che io mi permetto di chiamare “le proteste fatte ad hoc”.
In buona sostanza qualche “furbetto del quartiere” a suo tempo fece in modo di diffondere la protesta in proposito con la scusa che nelle città (soprattutto quelle più grandi) trovare da parcheggiare la macchina era diventata un’ impresa quasi ardua costringendo i cittadini a sostare in molti casi in divieto e di conseguenza pagare la multa “appioppata” puntualmente dai Vigili Urbani (ora Polizia Locale).
Ma se questo in parte è vero, diventa alquanto scandaloso il modo in cui poi si sono trovati i parcheggi liberi, nel senso che le amministrazioni comunali invece di costruire più parcheggi gratuiti, avevano pensato bene di colorare (avevano già pronta la vernice) diverse zone di sosta con le linee di colore blu per applicare una tariffa che variava di zona in zona.
Per farla breve: mai una protesta si risolse in modo più rapido, i cittadini andarono a dormire la sera e la mattina seguente trovarono i parcheggi pubblici (quelli costruiti con fondi statali) a pagamento!
Lo stesso principio vale per quelli che sono gli autovelox e tecniche più recenti, qualcuno (anche in questo caso) si mise a protestare per la grande mole di incidenti (anche mortali) che si susseguivano nelle strade italiane (soprattutto tra i giovani), e così ci siamo ritrovati le famigerate macchinette fotografiche per le multe.
Anche i questo caso la protesta si risolse in modo rapido, oltre agli autovelox, pensarono pure alla “patente a punti” e all’ alcol test/droga test; le “cose” messe insieme non hanno risolto ovviamente il problema, gli incidenti continuano ad esserci (compresi quelli mortali, che sono aumentati), ma hanno risolto in parte il problema di cassa dei comuni.
Di proteste fatte ad hoc vi potrei ancora parlare per ore (una tuttora in corso di grande stile: la Sanità italiana), ma mi fermo qui, del fenomeno “sanità” mi occuperò tra qualche giorno perché mi è successo un’ episodio alquanto spiacevole al pronto soccorso. Torno alle strisce blu, cosa succede adesso?
La solita bella domanda, stando alla sentenza le amministrazioni comunali dovrebbero adeguarsi (se non lo hanno già fatto), ma siamo nel nostro bel paese delle “mezze verità” dove certe regole si aggirano, o si ignorano e altre si infrangono, potrebbe succedere di ritrovarvi comunque la multa come al solito salvo poi doverla contestare.
All’amministrazione comunale non costa quasi nulla, a voi si, ed è proprio questo il punto dove i furbetti del comune fanno “leva”: “il gioco vale la candela?”.
Se avete commenti oppure se avete correzioni su quanto scritto da me, non esitate a lasciare un commento. Grazie.
Hai voglia che faranno come stabilito dalla sentenza, qui in Italia le leggi li rispettano solo i cittadini onesti, i politici poi!!