E’ successo a Rovigo bella città del Veneto, un disoccupato di origini abruzzesi trova in un doppio fondo situato nel comò comprato su internet tramite il network eBay, decine di migliaia di euro in contanti, oltre a dei buoni postali-bancari al portatore (incassabili da chiunque), del valore di circa 50 milioni di lire. I soldi ben nascosti nel doppio fondo del comò non era visibili facilmente, è stato grazie ad un’ accurata ispezione del disoccupato Matteo P. che è stato possibile scoprirli. Il tutto inizia con Matteo che compra su internet il comò da una signora residente a Rieti, il comò era appartenuto al papà della signora e di certo la stessa non poteva immaginare che nel doppio fondo ci fosse nascosto un piccolo “tesoretto”.
A Matteo, che si è dimostrato onesto verso la signora che gli ha venduto il mobile sono arrivati gli elogi anche da parte di Agitalia, un’ associazione creata nel 2012 che si occupa attraverso i suoi legali del recupero di titoli bancari e postali nonché di titoli di Stato mai incassati.
Di queste notizie che vede protagonisti i disoccupati onesti il web ne è pieno, nel senso che non è la prima volta che un disoccupato o qualche operaio si comporta in maniera esemplare. Questa “nuova” è stata pubblicata dal Corriere del Veneto (qui il link), e io stesso su questo blog, tra i tanti post, in passato ho scritto di qualche avvenimento simile.
Voglio però fare una mia riflessione per quanto mi compete (e per quanto possa valere), riguardo all’articolo del Corriere del Veneto, perché leggendo il post originale mi è parso di notare qualche piccola incongruenza. Fermo restando tutta l’ onesta del disoccupato Matteo, lo stesso cronista scrive che il disoccupato, e la signora che gli ha venduto il mobiletto si sono poi incontrati per chiarire, e dove lo stesso Matteo restituisce quanto trovato, la signora ovviamente contenta e riconoscente decide di restituire a Matteo quanto incassato dalla vendita del comò, una somma di circa 1.250 euro.
E’proprio questa cifra spesa dal disoccupato che mi lascia con molte perplessità in quanto io stesso che sono un senza lavoro stento a credere che lo stesso Matteo si sia potuto permettere un mobile (a questo punto – antico), di valore. Il punto fondamentale resta comunque l’ onestà dimostrata dal senza lavoro, ma personalmente non riesco a capire come una persona che dovrebbe trovarsi in condizioni economiche “ristrette” possa permettersi di spendere un mese di stipendio di un’ operaio medio, un’ ipotesi plausibile potrebbe essere che lo stesso disoccupato abbia comprato per conto di un’ altra persona, oppure che lo stesso sia una persona disoccupata, ma benestante, quindi non travolta da questa crisi che non accenna a diminuire.
Per la cronaca, sembra che i Bot da 50 milioni delle vecchie lire rinvenuto dal disoccupato e risalente al 1997 si ora valutato per l’ incasso intorno ai 70.000 mila euro, questo grazie a gli interessi e rivalutazioni varie.
Onore a Matteo per la sua onestà. Ma voi da disoccupati avreste speso otre mille euro per comprare un comò? Lasciate qualche commento se avete la risposta. Grazie.
Bel coraggio a restituire anche il contante. Troppo onesto!