Un caffè in attesa. A più di qualcuno Il titolo di questo post non “dirà” molto, ma vi posso assicurare che ha un senso come si suol dire. Tutto nasce da un piccolo trafiletto messo da qualcuno su Facebook, uno di quei piccoli post che le persone condividono (in alcuni casi), e che a volte fanno piacere anche leggere; ed è così che mi sono imbattuto in uno di quelli che potrei definire “un’ articolo interessante” non tanto per quello che potrebbe “dire” a molte persone nel nostro paese (e non solo), ma per quello che invece potrebbe “insegnare” in fatto di solidarietà (che ormai da molti anni sta lasciando posto all’egoismo più assoluto – in tutta Europa).
Un caffè, più un caffè in attesa. E’ questo quello che dicono certi clienti nei bar e ristoranti di alcune nazioni Europee, è solo un’ esempio, il caffè potrebbe essere benissimo una brioche, oppure un panino sta al cliente decidere cosa lasciare pagato.
La notizia (se così vogliamo chiamarla) arriva dal Belgio, ma il fenomeno si sta diffondendo in molte nazioni Europee, non vi so dire se anche in altre parti del mondo questa abitudine sia già e/o era diffusa, ma sta di fatto che a quanto ho potuto percepire dal post su Facebook alcuni clienti che entrano nei bar ordinano per loro un caffè, e poi anche “un caffè in attesa”, in buona sostanza pagano due caffè ma ne bevono uno, l’ altro (quello in attesa) è per qualche persona “meno fortunata” e che sa che recandosi in quel bar troverà quasi sicuramente un caffè caldo, oppure un cappuccino, e qualche brioche, basta solo che chieda se c’è un “caffè in attesa”.
Ho voluto costatare di persona se qui in Italia (almeno nel Veneto dove io abito) questa usanza è già arrivata ma purtroppo su una quindicina di locali da me “visitati” ho sentito un solo “barista” che abbia capito cosa stavo chiedendo; tutti gli altri in buona sostanza quando chiedevo se avevano “un caffè in attesa” la risposta era un’ altra domanda: di cosa parliamo?
Nello spiegare da parte mia il piccolo dono che altri fanno al prossimo meno fortunato, ho trovato delle persone (i baristi) interessati a questo tipo di “omaggio”, e aggiungo che quasi tutti mi hanno confidato che se entrasse qualche persona che volesse un caffè senza pagarlo loro lo servirebbero lo stesso.
Concludo affermando che qui da noi ci sono già delle iniziative in tal senso, e mi auguro che questa bella trovata a favore dei più deboli prenda più piede anche in Italia (anche se da noi ci sono già le associazioni di volontari che si occupano della “colletta alimentare”), dove la crisi economica ha fatto perdere il lavoro a molti padri di famiglia, ma soprattutto ha messo in grave difficoltà milioni di famiglie.
Questa trovata del “caffè in attesa” merita di essere diffusa, basterebbe farla conosce in giro ma mi rendo conto che la cosa non è tra le più semplici.
Voi che ne pensate del Caffè in attesa? Lasciate un commento. Grazie.