Le riforme andrebbero fatte per portare migliorie a cui è destinata, ma una riforma delle pensioni cosi “disastrosa” non si era mai vista, ha avuto un’ effetto contrario, provocando solo molta disoccupazione in più. Quello che più dispiace tra i disoccupati e l’ atteggiamento alquanto discutibile di chi doveva difendere i diritti (quelli rimasti) dei lavoratori, partiti che si auto definiscono di “sinistra”, e quasi tutti i sindacati hanno fatto “passare” la riforma pensionistica firmata dall’allora Ministro Elsa Fornero nella normalità più assoluta, “sbandierando” un non meglio precisato futuro dei nostri figli (quelli stessi nostri figli che ora si trovano sempre più disoccupati).
Una riforma tuttavia che sembra essere stata invocata dall’Europa, e che poi è stata la prima priorità in assoluto (chissà per quale motivo) per l’ allora Governo guidato dal Senatore Mario Monti.
Sfortunatamente, passati i primi commenti tutti entusiasti di chi la riforma l’ aveva “pensata”, ci si è trovato difronte ad un aumento scommisurato della disoccupazione per tutte le fasce di età.
Ora arrivati a questo punto, dopo un’ anno dalla riforma Fornero, si ”tirano” le dovute conclusioni; la riforma sarebbe da abolire totalmente, non si è mai visto che “obbligando” gli Italiani a lavorare per un periodo più lungo prima di accedere alla pensione, questo porti occupazione (i nostri figli quando lavoreranno se noi padri “stiamo” a lavoro più a lungo?), questo vale per chi lavora, e non è mai stato licenziato, se ci mettiamo anche i “padri” disoccupati allora la situazione diventa molto più drammatica.
La riforma delle pensioni così com’è non ha portato nessun beneficio, in minima parte forse c’è meno precariato, nella forma di contratti di collaborazione e discontinui, ma comunque resta il fatto che solo una piccola percentuale di questi contratti si è tramutata in occupazione definitiva, e questo solo nelle grandi aziende, ma per le piccole e medie imprese, e soprattutto il settore artigianale l’ occupazione è rimasta pressoché ferma.
L’ attuale crisi che sta dilagando nel nostro paese non accenna a diminuire, tutte le forze politiche impegnate a contrastare tale fenomeno non riescono a risolvere la situazione (ci girano intorno), si limitano ad emettere decreti per cambiare frigoriferi, lavatrici, ecc.… Il cosiddetto Ecobonus, “i disoccupati dovrebbero festeggiare perché possono cambiare il forno a microonde” non si sa con quali fondi.
Sarebbe ora di creare vera occupazione che risulta essere la vera priorità per l’ Italia, il pagamento dei “debiti” della pubblica amministrazione è un primo passo verso questa direzione, ma quando lo faranno? Questo è il “tempo” giusto di “riavvolgere il nastro” e riportare tutto a quello che era il sistema pensionistico negli anni ’90, le pensioni allora, erano di “raggiungimento” dignitoso, e si poteva accedere ad essa con 35 anni di contributi (35 anni di contributi sono accettabili, ma restano un’ abominio rispetto ai 5 concessi per i parlamentari e altri amministratori).
Nessuna incostituzionalità è stata sollevata quando le pensioni sono state portate a 42 anni di contributi, ma per l’ abolizione delle province è “scattato” subito il dubbio! A voi ogni lecito commento in proposito. Grazie.
Hanno fatto, e stanno facendo pagare la crisi alle persone che lavorano ed ai pensionati. “Bella forza”
E come faceva a pagare le pensioni d’ oro sennò, hanno fatto pagare tutto a chi lavora!