Siamo al “giro di boa”? Questa volta potrebbe aprirsi realmente uno spiraglio, da quanto annunciato dal Primo Ministro Matteo Renzi, sembra che già dalla prossima legge di stabilità verrà introdotta una norma che permetterà all’INPS di fare proposte reali per chi vuole “congedarsi” dall’attività lavorativa, questo tuttavia riguarderà probabilmente persone che sono prossimi alla soglia dei 60 anni in su, e che non sono più “ricercati” nel mercato del lavoro; questa nuova idea di “ritornare indietro” non sarà ovviamente “indolore” per quelli che accetteranno di accedere alla pensione è prevista una “sanzione” (incredibile), che diminuirà l’assegno pensionistico in base all’età anagrafica, oltre a questo si dovranno fare i conti con quanto versato in contributi.
Se da un lato questa sembra essere l’unica via per risolvere la situazione di che si trova senza reddito, e senza lavoro, si pone il problema di come realmente saranno concretizzate queste “offerte di pensione”. Qualche sera fa seguendo il programma televisivo “Porta a Porta”, il Movimento Cinquestelle ribadisce che è necessario un “reddito di cittadinanza”, questo “stipendio” calcolato in base ad una media nazionale, dovrebbe essere di 790 euro, a seguire ovviamente ci saranno alcune proposte di lavoro (credo-3), se “rifiutate” si perde il “reddito”.
Ora: mi viene spontaneo pensare che la “macchina burocratica” dovrà prendersi l’impegno di ricollocare al più presto questi “stipendiati” con il reddito di cittadinanza, altrimenti si corre il rischio di creare un “clientelismo sociale”, il vero problema è quello per cui manca il lavoro, non c’è lavoro, o meglio, il lavoro ci sarebbe ma farlo sono quelli che dovrebbero essere già in pensione da anni!
Ma come saranno fatte queste “proposte di pensione”? Chi ne beneficerà? Quale sarà il “reddito minimo”? E, sopratutto faranno ancora di “tutta l’erba un fascio”? (Come fatto dalle precedenti amministrazioni). Vediamo di fare qualche esempio: se il reddito minimo a cui si aggira la soglia di povertà è di 790 euro, e lo stesso dovrebbe essere dato a tutti i disoccupati in età lavorativa (anche a quelli che non hanno versato contributi), quanto daranno ad un anziano che ha versato contributi per 35/38/40 anni, e che non ha possibilità di ricollocarsi per vari motivi? Bella domanda, l’esempio si è trasformato in dubbio!
Tuttavia, direi che ci siamo, anche se, per Tito Boeri (Presidente INPS), queste proposte potrebbero “slittare” per limiti delle Pubbliche Amministrazioni. il Governo attuale sembra avere capito che continuare sulla falsariga di quelli precedenti che avevano allungato l’età per accedere alla pensione, era indubbiamente sbagliato; la riforma delle pensioni fatta qualche anno fa dal “governo Monti” aveva, e sta causando un disastro sociale senza precedenti, molti milioni di persone che per scelte scellerate di alcuni imprenditori avevano perso il posto di lavoro, si sono ritrovati a fare i conti con una “direzione” che aveva voltato le spalle di proposito, preferendo aiutare (lo stanno facendo tuttora) realtà industriali che a causa di investimenti “fantasma” si sono ritrovati con le casse vuote, queste scelte ovviamente hanno richiesto il sacrificio ancora maggiore di che si trovava, e si trova tuttora in difficoltà economiche, dei disoccupati, e delle persone che perdevano continuamente il lavoro i precedenti governi se ne sono infischiati, ne hanno solo, e solamente parlato e basta.
Per rendere più credibili le scelte fatte a suo tempo si sono anche inventati una non meglio “età della vita che si è allungata”, e un fantomatico “futuro dei nostri figli”, tutto condito da una “volontà” europea che ovviamente nessuno vuole, ma meglio sarebbe dire che qualcuno interessato, e che da questa situazione attuale ci guadagna c’è.
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