Guai seri in arrivo per blogger, influencer, YouTuber e tutto quello che riguarda il mondo del commercio digitale. Questo è quanto è trapelato, negli ultimi mesi, dall’Agenzia delle entrare tedesca che, non solo ha una delle imposte fiscali più elevate al mondo, ma dal punto di vista dei controlli sono indubbiamente una delle autorità più efficienti e precise in tutta Europa.
I controlli ora, assumono ritmi sempre più serrati e gli uffici delle imposte prendono sempre più di mira i tanto famosi influencer. In buona sostanza, la maggior parte di questi “lavoratori” sembra non essere molto afferrata su quello che è un effettiva fonte di reddito. Morale: quello che le star dei social media, vedono come regali delle aziende è praticamente tutto reddito imponibile per il fisco, che si tratti di una sistemazione in hotel o di una vacanza di prova, di accessori di moda o di innovazioni tecnologiche.
Con il passare degli anni, questo genere di pubblicità che la maggior parte delle aziende utilizza per farsi conosce e vendere di più, è diventato un vero lavoro per diversi “fortunati”. Utilizzare influencer con decine e centinaia di migliaia di follower per fare pubblicità in modo più definito al gruppo, conquistare un target e avere meno sprechi rispetto ai classici spot televisivi o poster pubblicitari, è probabilmente anche il metodo più economico, mentre d’altra parte gli influencer, vengono ricompensati con un importo variabile che, potrebbe essere riassunto a 4 o 5 cifre, con l’equivalente in “regali” in base alla tipologia del brand sponsorizzato
Ora, il principale equivoco della maggior di questi soggetti, sembra essere che, solo il denaro debba essere tassato. Nondimeno, l’imposta sul commercio deve essere pagata anche per i benefici gratuiti sia che questi siano sotto forma di prodotti e servizi di ogni tipo!
Questo, comunque, è attualmente uno degli obbiettivi principali dell’Agenzia delle Entrate tedesca. Tuttavia, essendo “le tasse” un doveroso contributo di tutti e ricordando che, la Germania fa parte da sempre dell’unione europea, è molto probabile un adeguamento a livello generale di tutti gli altri paesi.
Quello che fino a qualche anno fa venivano considerati dei “regali” da parte di aziende è in realtà un vero e proprio reddito per chi lo riceve, quindi vanno pagate le tasse. Per tutte le Agenzie delle Entrate, da questo punto di vista, non esiste “la forma gratis”.
Di recente nel nostro paese, si è provveduto a formare un sindacato degli Influencer, questo per fare in modo di avere una maggiore tutela sia per gli influencer stessi, sia per le aziende stesse. Molte realtà che vendono attraverso i social, da un po di tempo si stanno servendo di ragazze/ragazzi con poche migliaia di follower, questo per non dare tanto nell’occhio e crearsi una piccola rete di pubblicità. “Brand Abbassador” cosi vengono chiamati quest’ultimi. Giovani inesperti che si prestano ad un commercio che alla fine dei fatti risulta essere irregolare dal punto di vista fiscale.
Se si guardano i dati reali di queste attività “nascoste”, saltano alla cronaca alcuni brand esteri, soprattutto cinesi, che sommergono materialmente di fatto questi “piccoli Influencer” con svariati prodotti di varia natura (spesso scadenti) il tutto in cambio di pubblicità collocata nelle “famigerate storie di Instagram” oppure con piccoli video realizzati per Tik Tok ecc…
Dal punto di vista delle cifre in denaro con versamenti regolari e con regolare ricevuta/fattura, un Influencer medio in Europa, può percepire per un post dai 6.000 fino a oltre 70.000 Euro, questo in base ai follower che si ritrova.
Molto spesso si notato profili che hanno fino a milioni di follower, ma che in realtà sono profili “gonfiati” di proposito per attirare l’attenzione di brand. In rete ci sono delle vere e proprie organizzazioni in grado di offrire questo tipo supporto. Questa pratica tuttavia è oramai in disuso in quanto sia Instagram e Facebook, sia le aziende, hanno percepito “l’inganno” e di conseguenza abbandonano questi genere di “Influencer”.
Spesso si notano persone che si recano in svariati tipologie di negozi per fare acquisti e/o ristoranti, centri commerciali ecc…Un semplice gesto amichevole come quello di postare nelle storie il posto e il prodotto acquistato, potrebbe essere interpretato in modo del tutto diverso dall’Agenzia delle Entrate.
C’è comunque un piccolo margine per quanto concernere i compensi e senza che questi vengano dichiarati, si tratta ovviamente di piccole cifre che non permettono la normale vita quotidiana( a malapena le sigarette – per chi fuma). Quindi informatevi su questa possibilità.
Fermo restando quanto scritto e per maggiori informazioni sui vari concetti da Influencer è meglio rivolgersi ad un commercialista abilitato, solo lui potrà “fare luce” sulle complesse e alquanto macchinose leggi in materia fiscale. Per ora la Germania sta facendo da “apripista” gli atri stati si adegueranno?