Lettera aperta a Matteo Renzi nuovo Presidente del consiglio dei Ministri: Gentile Primo Ministro Matteo Renzi, come ha potuto constatare le sua prima “uscita” pubblica per visitare la scuola Luigi Coletti di Santa Bona in periferia di Treviso non è stata tra le più “felici”, a dire il vero negli ultimi decenni nessuno dei Presidenti del consiglio dei Ministri è stato “ben accolto” vuoi perché dopotutto le tasse sono sempre aumentate – mentre prima proponevano il contrario, vuoi perché a pagare sono stati sempre i soliti che vivono del solo reddito da lavoro e di pensione (da operaio) ma in buona sostanza nessuno ha avuto accoglienze degne di un Presidente del Consiglio.
Certo, nella scuola dove si è recato la buona accoglienza c’è stata, insegnati, ragazzi e una parte dei genitori ha voluto dimostrarLe che nonostante tutto loro ci sono; ma i primi sono quelli che nonostante questa crisi che dura da molti anni (troppi) hanno potuto sempre contare su uno stipendio sicuro (statali), il Suo seguito e i politici locali (sempre con una paga statale), i ragazzi che se si mantengono le attuali riforme saranno per forza di cose i futuri disoccupati (loro ancora non lo sanno), e genitori, gente più o meno comune che era li per vedere il Presidente del Consiglio Matteo Renzi (sempre visto in televisione), il resto delle persone (quelle che protestavano con insulti veri) erano i disoccupati e figli dei disoccupati (tenuti sempre un po’ nascosti) persone vere che a volte come ha potuto constatare, si lasciano andare anche a gesti estremi delusi da uno stato che nemmeno li considera, e quelli hanno la forza di continuare vivono alla giornata cercando di racimolare un minimo per tirare avanti con la famiglia; in mezzo a loro i soliti “infiltrati” che non mai capito chi li manda e cosa si propongono di fare, ma le posso assicurare che quelle persone “estremiste” non rappresentato l’ Italia, e soprattutto non rappresentano i disoccupati.
Io stesso che le scrivo questa lettera sono disoccupato da 6 anni. Lavoravo nel settore privato che è stato l’ unico settore a pagare e sta continuando a soffrire di questa crisi lavorativa/economica, anche se da qualche settimana sto lavorando (con i soliti contratti 3/6 mesi) come operatore ecologico presso un’ azienda municipalizzata in provincia di Venezia, mi alzo la mattina alle 4 e mi ritrovo a sollevare a mano quintali di spazzatura a 56 anni, non era cosi che mi immaginavo la vecchiaia, quella stessa vecchiaia che mi/ci è stata “rubata” dalla “riforma Fornero” che doveva risolvere i problemi del paese e il futuro dei nostri figli (figli che sono sempre più disoccupati), ma che invece ha provocato un disastro sociale senza precedenti complici tutte le forze politiche e i sindacati che sono stati a guardare in tutti questi anni mentre si toglievano i diritti acquisiti degli operai (quelli che lavorano al freddo d’ inverno e al caldo d’ estate).
Loro si sono girati dall’altra parte, e ora ci ritroviamo a dover lavorare per 50 anni per andare in pensione con un reddito misero, mentre altri (quelli che lavorano al caldo d’ inverno e al fresco d’ estate), che poi sono gli stessi che hanno portato il paese nello stato in cui si trova adesso se la spassano con decine di migliaia di euro di pensione alla faccia nostra.
Ho paura, il suo arrivo come Presidente del Consiglio non mi tranquillizza affatto, già in passato (governo Monti) per togliere i diritti agli operai si è ricorso ad un Governo come il Suo. I soldi necessari per “raddrizzare” le sorti del nostro paese non ci sono, sono ormai scomparsi a causa della corruzione che ormai da anni sta dilagando in tutti i settori della Pubblica Amministrazione (sia in forma diretta che indiretta), ma basterebbero delle pene più severe (quelle che ci sono adesso, tra condizionale, amnistie, indulti, e inciuci vari, sono solo uno spauracchio e basta) per chi si “macchia” di questo reato che porta il nostro stato sociale ai livelli della Somalia (con tutto il dovuto rispetto per la nazione) mettendo in difficoltà milioni di persone, e a questo proposito Le ricordo che nel nostro paese si paga tutto, non sono riuscito a trovare qualcosa che non si paga.
Le pensioni da lavoro vanno riportate a 35 anni e con le vecchie norme, in un paese civile degno di questo nome 35 anni di lavoro per andare in pensione sono più che sufficienti (per chi lavora di fatica), obbligare le persone a lavorare 50 anni perché altri devono percepire pensioni da nababbi non mi sembra democratico, ma soprattutto non mi sembrano decisioni di una corrente politica che si è sempre schierata (almeno a parole) dalla parte dei lavoratori, ma forse negli ultimi anni mi sono perso qualcosa.
Se il Suo Governo deve fare le stesse riforme come il Suo “ex collega – Senatore Mario Monti” allora la mia paura si trasformerà in angoscia, ma spero, anzi mi auguro che come al solito la crisi non la paghino le solite persone come i disoccupati e operai con le loro famiglie che vedono il loro futuro ormai compromesso e manipolato da una classe politica che si muove in un’unica direzione.
Se il PD, vuole avere la speranza di acquisirela credibilità perduta deve ricominciare un nuovo percorso forse riprendendo (e ripensando), alcune radici che sono state vincenti in passato. Cordialmente. Suo Mario.