La vicenda di cui scrivo in questo editoriale è successa tantissimi anni fa, narra di una ragazzina poco più che quattordicenne che accusò il padre di molestie; il fatto a quel tempo ebbe molto risalto, ne parlò anche la tv, tuttavia, io stesso ricordo solo pochi particolari, i più rilevanti, ed è solo su questi ricordi che oggi sto scrivendo questo post.
Non ho memoria della regione dove successe questa spiacevole vicenda, ne tanto meno il paese, lontano anche dal ricordarmi l’anno, azzarderei a dire che, forse (forse – condizionale d’obbligo), il fatto potrebbe risalire a circa 30 anni fa, ma è un anno a caso.
In buona sostanza, la ragazzina ebbe la freddezza assoluta di accusare suo padre di averla molestata. Le leggi di allora in tal senso erano pressappoco le stesse (forse più severe), ma non gli avvocati di “oggi”, quest’ultimi, probabilmente, molto più “scrupolosi” dei colleghi di allora; il padre ovviamente venne condannato a molti anni di reclusione, ma non vi so dire quanti, non ricordo neppure se la mamma, in tutta questo increscioso fatto, ebbe un qualche ruolo, quello che ricordo con assoluta lucidità è che, il papà in questione passo diverso tempo al “fresco”.
Passarono diversi anni, e quasi certamente la ragazzina di allora, ebbe una consapevolezza più reale di quello che aveva fatto, crescendo, si rese conto che l’aveva fatta “grossa”; e si, perché la ragazzina a quel tempo, si era inventata tutto! Lo aveva fatto solo per punire il padre, perché lo stesso gli aveva negato l’acquisto del motorino, il motorino, avete capito bene!
Non ho idea se la famiglia dove successe questa triste storia era in condizioni economiche buone, o meno, anche questo particolare non lo ricordo, fortunatamente la figlia ebbe il coraggio di ammetterlo liberando il padre da una delle accuse più infamanti che un genitore possa ricevere, questo lo ricordo!
A volte, quando si viene accusati ingiustamente di qualcosa che non si è commesso, non si è in grado di reagire, molto probabilmente perché non si è preparati, figuriamoci quando ad accusarti sono gli “affetti” che ti stanno più vicino, allora ti lasci “andare”, soprattutto perché bloccati da quel grande senso di delusione interiore, di cui non si sa dare una spiegazione logica.
Qualche mese fa, avevo accennato a questo post sul mio profilo Facebook, diciamo che ogni tanto do “un’anteprima” di quello che scriverò, alcuni amici ovviamente mi chiesero di “finire” quello che avevo cominciato, ed anche se sono passate diverse settimane, spero di essere stato comprensibile.
Mi rendo conto che gli indizi contenuti in questo post sono molto (moltissimo) vaghi; in rete, non ho trovato nessuna notizia di questa triste vicenda (sicuramente troppo datata per essere ricordata), esistono comunque vicende simili anche molto recenti, ma nello specifico di quanto scritto nessun indizio.
Se volete commentare (e mi auguro lo facciate), o, correggere quanto scritto, oppure se qualcuno leggendo questo post ricordasse qualche particolare di questa storia, e vuole aggiungere altri indizi a seguito, lo invito a lasciare un messaggio. Grazie.
Io ho 50 anni, non ricordo di questa storia. la sento adesso per la prima volta, ma non mi meraglio, di vicende del genere ne succedono. Ciao