Io sono un Cristiano, forse, non sono un buon Cristiano, ma qualche volta vado in chiesa. Mi sta “colpendo” molto Papa Francesco, che anche in occasione della Santa Messa del 28 Marzo 2014, dove erano invitati i politici italiani ha voluto ribadire fermamente quella che è la sua posizione contro le ingiustizie e la corruzione. Io non ero presente, non potevo permettermelo in termini economici ma ho trovato in rete sul sito del quotidiano “La Stampa” un articolo a firma di Andrea Malaguti (che vi invito a leggere) Qui il Link  scritto in maniera (a mio modesto parere) magistrale, e racchiude in breve quanto espresso da Papa Francesco durante L’Omelia. Ecco un “passo” del testo:

La celebrazione è fatta apposta per loro. Ci sono ministri, 9, sottosegretari, 19, senatori, 176, e deputati, 298. “Il Sommo Pontefice capirà”. Capirà? Un compito, modesto, speranzoso popolo di parlamentari che sfidando la pioggia e la stanchezza – “una levataccia, ma ne valeva la pena”. Ecco Bergoglio. Due minuti prima delle sette. La prestigiosa platea si fa muta. “È un uomo buono, ci aprirà le braccia”. Non le apre. Gelido. Quasi non li guarda. Non saluta. Non ammicca. Non manda baci. Ha una spiccata predilezione per i poveri e per gli ultimi. E qui non ce ne sono. “I peccatori saranno perdonati. I corrotti no”, dice. Stupore. Occhi bassi. Schifani e Gasparri lo squadrano perplessi come se volessero valutare il grado di sincerità delle sue parole. Sincerissime. Cesaro, FI, detto Giggino ’a purpetta, scatta foto col cellulare. Non troppo elegante. Ma non è il solo. Renato Farina twitta le parole del Papa in diretta. La rete lo crocifigge: “Ma neanche davanti al Papa ti riesci a controllare?”. Francesco prosegue con l’omelia. “Il lamento di Dio verso un popolo che non lo ascolta investe prima di tutto le classi dirigenti, sia ecclesiali che politiche”. Altro schiaffo. Altri sguardi bassi. “Apritevi all’amore. Non scaricate sul popolo pesi che voi non sfiorate neppure con un dito”. È un discorso da cui emergono ovunque segni di degrado e di rovina nei quali i cinquecento parlamentari danno l’impressione di riconoscersi come ombre impresse su quei muri pericolanti. Fine messa. Francesco si allontana. Ma forse non si era mai avvicinato….

Ciò che mi colpisce di più è il coraggio di Papa Francesco nel parlare con una franchezza che raramente si vede in contesti così istituzionali. Non ha paura di puntare il dito contro le ingiustizie, anche quando si trova davanti a coloro che ne sono spesso protagonisti. È un richiamo potente, non solo per i politici presenti, ma per tutti noi, a riflettere sulle nostre azioni e sul nostro ruolo nella società. Le sue parole non sono solo un’accusa, ma un invito a cambiare, a vivere con integrità e a mettere al centro della nostra vita i valori del Vangelo.

Da quello che capisco dalle parole scritte dal Andrea Malaguti sembra che Papa Francesco non le ha mandate a dire neanche questa volta, peccato che chi ascoltava si dimenticherà ben presto di quello che il Papa ha voluto far capire, a loro basterà tornare sulla comoda poltrona che ovviamente molti non meritano.

“Non scaricate sul popolo pesi che voi non sfiorate neppure con un dito”. Capiranno? Io non credo! Se avete qualche commento scrivete. Grazie.

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