Questa è bella, in tutta franchezza non ricordo di avere mai sentito di un caso simile di un coniuge che denuncia l’altro perché gli ha “messo le corna”, anche perché di solito queste vicende “intime” vengono tenute ben nascoste soprattutto per l’imbarazzo di entrambe le parti, è probabile che ci sia già stato in precedenza un’ episodio del genere ma deve essermi sfuggito.
La notizia che potrei definire tragicomica (per me che la scrivo e per il lettori) ma sicuramente abbastanza penosa per chi ha avuto il dispiacere di essere tradito/ta è stata pubblicata dalla Nuova di Venezia qualche settimana fa e riguarda una coppia di coniugi che risiede nel trevigiano (non mi è dato a sapere la località precisa).
In buona sostanza sembra che la moglie di “lui” sia stata scoperta con l’amante mentre lo tradiva (o in atteggiamenti che poco hanno a che vedere con l’amicizia), il marito tradito dopo essersi ripreso dal dispiacere (succede a tutti) a ben pensato di denunciare la moglie fedifraga rivolgendosi al tribunale che, dopo l’ esame del caso ha condannato la donna al versamento di 10.000 euro alla parte offesa (il marito) per “sofferenze morali” ma non è tutto oltre alla sanzione amministrativa il marito (nel caso specifico) può chiedere la separazione che in questo caso non potrà essere rifiutata.
Se questa è una prima vittoria dal punto di vista di chi è stato tradito (e comunque in questo caso specifico) la questione si fa più complessa in quanto la stessa moglie per non pagare i danni al marito si è rivolta presso la Corte d’Appello di Venezia che ha cancellato il risarcimento, in buona sostanza pare che in questi casi non è previsto nessun risarcimento “Le corna, è la sostanza del ricorso, non prevedono risarcimenti di sorta perché ciascuno ha diritto alle proprie scelte, nonché alla libertà e alla felicità. il tradimento della signora è stato fatto con modalità tali da non comportare danni di sorta al marito. E dunque nessun risarcimento gli è dovuto” . In poche parole il marito tradito resta come si suol dire “cornuto e bastonato”!
A questo punto della vicenda al marito sconsolato non resta che rivolgersi alla Corte di Cassazione e se i Giudici di terzo grado dovrebbero dargli ragione si potrebbe aprire un “precedente” non di poco conto che aprirebbe la via ai coniugi offesi da tale macchia.
Tale tesi comunque sembra (a parere dell’avvocato della parte offesa), sia già stata presa in considerazione dalla giurisprudenza, che si era già espressa in questo senso. “La Cassazione, sezione civile I, ha infatti riconosciuto che il giudizio di separazione può coesistere con la condanna al risarcimento del danno.
La Corte ha stabilito che il risarcimento dei danni sussiste quando la condotta del coniuge ha violato diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione incidendo sui beni essenziali della vita quali la salute psicofisica e la privacy”.
Allora, da quello che si può capire da tutta questa vicenda è che se il marito tradito otterrà il risarcimento chiesto, i furbetti delle “corna” potrebbero pagare molto cara la semplice “scappatella” e questo in termini economici, oltre a dover in qualche modo dare consenso a una eventuale (e a mio parere sacrosanta) separazione.
D’ora in poi è meglio tenere d’occhio il proprio partner in quanto potrebbe essere una “fonte di reddito” (è solo una battuta) Commenti? Grazie.