Oggi, io credo che la fotografia meriti di essere definita una forma d’arte e un mezzo di comunicazione quotidiana. Mi sono preso la briga di fare una breve ricerca ed il risultato è stato che, la fotografia ha una storia affascinante che risale a molti secoli fa. Il percorso che ha portato all’invenzione della fotografia è costellato di scoperte e innovazioni da parte di diversi pionieri. Ecco un post sufficientemente dettagliato su chi ha inventato la fotografia e il loro contributo.
Prima dell’avvento della fotografia, artisti e scienziati utilizzavano la camera oscura e la camera lucida per tracciare immagini su superfici piatte. La camera oscura, conosciuta fin dai tempi antichi, era una stanza buia con un piccolo foro attraverso il quale la luce proiettava un’immagine esterna su una parete interna. Tuttavia, questa tecnica non era ancora fotografia, poiché non permetteva di fissare l’immagine in modo permanente.
Il vero padre della fotografia è Joseph Nicéphore Niépce, un inventore francese. Negli anni ’20 del XIX secolo, Niépce iniziò a sperimentare con vari materiali sensibili alla luce nel tentativo di catturare immagini permanenti. Nel 1826, riuscì a creare quella che è oggi considerata la prima fotografia permanente: una vista dalla sua finestra a Le Gras, ottenuta attraverso un procedimento chiamato “eliografia”. L’immagine, che richiese otto ore di esposizione alla luce solare, rappresentò un enorme passo avanti.
Louis Daguerre, un altro francese e collaboratore di Niépce, perfezionò ulteriormente il processo fotografico. Dopo la morte di Niépce, Daguerre continuò a sperimentare e nel 1839 introdusse il dagherrotipo, una tecnica che permetteva di ottenere immagini molto più dettagliate e con tempi di esposizione ridotti. Il dagherrotipo fu il primo processo fotografico commercialmente praticabile e divenne immensamente popolare.
Parallelamente, in Inghilterra, William Henry Fox Talbot stava sviluppando un processo diverso chiamato calotipia. Introdotto nel 1841, il calotipo utilizzava carta trattata con cloruro d’argento per creare negativi, che potevano poi essere utilizzati per stampare copie positive. Questo processo rappresentò una significativa evoluzione, poiché consentiva di fare copie multiple da un singolo negativo, un concetto alla base della fotografia moderna.
Nel corso del XIX secolo, numerosi altri inventori contribuirono all’evoluzione della fotografia. Frederic Scott Archer, nel 1851, introdusse il processo al collodio umido, che migliorò la qualità delle immagini e ridusse ulteriormente i tempi di esposizione. Alla fine del secolo, George Eastman rivoluzionò il mondo della fotografia introducendo la pellicola flessibile e la Kodak, una macchina fotografica accessibile al grande pubblico. La sua famosa pubblicità “You press the button, we do the rest” rese la fotografia un hobby popolare e accessibile a tutti.
La fotografia non è il risultato del lavoro di un singolo individuo, ma piuttosto un processo evolutivo che ha coinvolto numerosi inventori e scienziati. Ognuno di loro ha apportato contributi fondamentali che hanno permesso a questa straordinaria forma d’arte di svilupparsi e prosperare. Grazie a queste menti brillanti, oggi possiamo catturare momenti e ricordi con un semplice click.
Foto e filmato sono di Raffaella Arpiani – Arte essenziale.